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No, non c’è da gridare allo scandalo. Non si tratta di essere eretici o meno. Ma solo di essere consapevoli di come storicamente il cristianesimo si sia servito del paganesimo per essere meglio assimilato, soprattutto nelle zone dell’entroterra italico, rimaste perlopiù pagane – da pagus, “villaggio”. Non era facile sostituire culti arcaici, così radicati, con i nuovi. E dunque si giungeva a un compromesso, magari trovando punti di contatto o similitudini. Poi, nel corso dei secoli, specie con la Controriforma, la Chiesa ha spinto molto sul concetto di frattura col passato, mettendo all’indice le antiche divinità definite false e bugiarde, insieme col pensiero loro connesso. Quando invece vi era una certa continuità.
Forse è così che si è dimenticato il profondo legame che sussisteva tra il mondo di prima e il mondo di dopo. Pensiamo pure a un’altra caratteristica preponderante delle Madonne campane, quella di essere protettrici dei naviganti. Pensiamo a quanti ex voto ammiriamo nelle basiliche mariane e che raffigurano sciagure marine, tempeste e naufragi. La Vergine Maria è lì che appare, risolve, salva. Eppure prima di lei tale compito era specifico di Iside, signora delle acque, alla quale, ai primi di marzo, era dedicato il Navigium Isidis, festa della ripresa della navigazione. Un rituale molto atteso, specie dalle nostre parti e che, un po’ come accade per la Pasqua, sanciva il ritorno dell’aspettata primavera. Ma non solo. Secondo recenti studi il Navigium potrebbe sancire l’origine del nostro Carnevale. Gli odierni carri allegorici, così tipici della festa contemporanea, potrebbero infatti derivare dal carrus navalis in onore della dea. Anche l’uso delle maschere ricondurrebbe a quelle utilizzate durante i cortei del Navigium, stando a indicare un mondo alla rovescia in attesa di trasformazione, ovvero quella della primavera prossima ad arrivare.
Inutile dire che anche a Napoli, città delle acque, fino al Settecento esisteva uno dei più importanti Carnevali della penisola, sepolto e cancellato con il tempo, proprio come Iside e i suoi significati connessi, i quali talvolta, come sorgenti carsiche, tornano in superficie per rinfrescarci la memoria.
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